venerdì 18 novembre 2016

"Stop alle chiamate indesiderate". Si alla petizione di UNC

Consumatore Informato aderisce alla iniziativa avviata da UNC (Unione Nazionale Consumatori) e finalizzata a limitare il dilagante fenomeno delle telefonate marketing.

Purtroppo non possiamo che segnalare un incremento della prassi avviata da alcune società che, attraverso call center, contattano i consumatori a casa, o sui propri dispositivi mobili, per offerte commerciali od altre iniziative, utilizzando un tono aggressivo e senza essere state autorizzate.
UNC ha deciso, e noi condividiamo interamente, di avviare una petizione contro questa forma di stalking telefonico, attraverso l'iniziativa "stop alle chiamate indesiderate".

L'Associazione spiega in modo chiaro la finalità dell'iniziativa, analizzando il problema ed individuando una possibile soluzione con il rifiuto opposto dai consumatori a questa modalità operativa adattata dagli operatori professionali, e favorita da una normativa, a nostro parere, errata.

Riportiamo i punti salienti dell'iniziativa di UNC.

"Ecco in sintesi i punti chiave della petizione “Stop chiamate indesiderate”:

1) Introduzione di un meccanismo di corresponsabilità tra l’azienda che avvia la campagna e il call-center che fa le telefonate (per evitare rimpalli di responsabilità e di dover perseguire piccoli call-center con sede all’estero), prevedendo anche un attività di monitoraggio e di educazione da parte del gestore.

2) Potenziamento del Registro pubblico delle opposizioni, così da ampliarne le prerogative prevedendo: la possibilità di iscrivere anche i numeri di cellulare e soprattutto che una volta iscritto il proprio numero, si possano così “cancellare” tutti i precedenti consensi (in modo tale da consentire al cittadino di riprendere il pieno controllo dei propri dati).
Sarebbe inoltre preziosa l’istituzione di un Registro per censire le campagne promozionali (con indicazione dell’operatore che lancia la campagna, il periodo di riferimento e i numeri utilizzati per chiamare i consumatori) così da evitare all’utente di dover fare indagini complicate per scoprire chi lo ha disturbato

3) Incentivare gli operatori a gestire meglio i dati in loro possesso: il sistema attuale è costruito in modo tale da disincentivare le buone pratiche. Oggi, infatti, il pagamento alla Fondazione Ugo Bordoni (che si occupa del Registro) è proporzionale all’attività di scrematura dei numeri: tanto più pulisce le liste, tanto più l’azienda deve pagare la Fondazione. Ma in questo modo si disincentivano le imprese a cancellare i numeri (di fatto questi preferiscono pagare le sanzioni), mentre sarebbe meglio stabilire il pagamento in base al fatturato.".

Per aderire all'iniziativa, potete andare su questa pagina web.

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