domenica 2 agosto 2015

Uber Pop è un esempio di concorrenza sleale? si, secondo il Tribunale di Milano

L'Ordinanza del 25 maggio 2015 pronunciata dal dott. Marangoni, giudice del Tribunale di Milano, ha affossato (definitivamente?) il sistema Uber Pop.

Il provvedimento d'urgenza, confermato successivamente con pronuncia del successivo 2 luglio, è stato reso dal Tribunale di Milano - Sezione specializzata in materia d'impresa - in favore delle associazioni dei taxisti, che si erano rivolte al giudice contestando la natura di concorrenza sleale portata avanti dall'applicazione Uber Pop.

Il Giudice milanese, accogliendo le lagnanze dei ricorrenti, ha riconosciuto che l'applicazione Uber Pop non è finalizzata a fornire informazioni di alcuna natura sul veicolo, persona e tipologia di servizio ed è semplicemente volto a fornire un servizio pubblico, creando una situazione di concorrenza sleale nei confronti dei taxisti.

Questi ultimi, infatti, sono tenuti al rispetto di alcune norme e limiti di legge, i quali non sono seguiti dagli aderenti di Uber Pop, così creando una via alternativa per la fornitura del servizio di trasporto pubblico, al di fuori delle regole previste.

Il servizio reso da Uber, infatti, non prevede alcuna assicurazione, sicché nel caso di incidente, la società non risponde per i danni arrecati al conducente o ai passeggeri.

E questa differenza non sarebbe, a detta dei giudici milanesi, percepita dagli utenti convinti di ottenere con Uber Pop il medesimo servizio previsto dai taxi, solo ad un prezzo più vantaggioso.

Non sappiamo se questa sentenza fermerà il "sistema uber", ed anzi ne dubitiamo, ma rappresenta un sicuro successo dei taxisti nei confronti di Uber.

Qui la sentenza.


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